Birds di Tolmino Zara
B* i* r* d* s*
COLLECTIVE EXHIBITION
sabato 28 aprile - sabato 19 maggio
L'O
Contrà Carpagnon,17
Vicenza
e
Galleria Tino Ghelfi
sabato 28 aprile - sabato 19 maggio
L'O
Contrà Carpagnon,17
Vicenza
e
Galleria Tino Ghelfi
Affermati maestri del Novecento e artisti di una nuova generazione affiancano, in questa mostra, opere inedite di Tolmino Zara.
Opere di Tolmino Zara, Ruggero Savinio, Elisa Filomena, Lorenza
Boisi, Chiara Cappelletti, Jane Minter, Alessandro Finocchiaro, Giulio
Catelli, Alessio Vaccari, Cristiano Pari, Luciano Vighy
a cura di Enrico Mitrovich
inaugurazione
sabato 28 aprile
ore 18,00
L'O
Contrà Carpagnon,17
Vicenza
Di Tolmino non si hanno notizie biografiche. Si sa solo che è vissuto a Quarto d’Altino, dov’è morto ultranovantenne e dove ha scolpito uccellini e anatre finché ne ha avuto la forza. Come altri artigiani, forse più conosciuti di lui (Nane Cristo e Lunardon), costruiva gli “stampi” o “sagome” usate come richiami per la caccia. Un’attività di antica tradizione legata prevalentemente alle aree lagunari e definitivamente tramontata con l’arrivo dei materiali plastici.Gli uccellini di Tolmino assomigliano solo in maniera approssimativa alle specie riprodotte. La loro morfologia e i colori del loro piumaggio non corrispondono alla livrea degli originali, per cui in queste sue opere è venuta meno la funzione di richiami.Questa mostra collettiva ha preso le mosse dalle testimonianze scultoree di Tolmino ma, nel contempo, è debitrice agli studi di un critico che ha dedicato una lunga attenzione ai prodotti artistici dell’artigianato popolare, Licisco Magagnato. Molti lo ricorderanno come direttore del Museo Civico di Verona, ma una delle sue attività ‘militanti’ fu anche quella di approfondire e diffondere la conoscenza della ceramica popolare dell’Ottocento.Magagnato si era accorto che alcuni temi iconografici dei piatti popolari veneti erano cari a un gruppo di importanti artisti attivi nell’area lagunare di Venezia, che li rappresentavano con frequenza nei loro dipinti. Scrive infatti Magagnato che è merito loro «se questa fragile produzione si è salvata prima che andasse in cocci; e molta proviene da quell’isola di Burano che, tra il 1910 e il 1930, è stata il centro più attivo della cultura figurativa italiana. Nell’isola dov’erano approdati, Rossi, Moggioli, Semeghini e Garbari scopersero il sapore di queste cose e col loro amore di artisti le inserirono nel circolo culturale del paese».
Ora, in alcune opere dei pittori nominati da Magagnato, oltre alle riproduzioni dei piatti popolari veneti, appaiono anche le “sagome” degli uccelli lagunari, probabilmente con la stessa funzione estetica.
Gli amici che hanno accettato l’invito di partecipare a questa mostra condividono una suggestione comune che Borges in Conversazioni ha espresso con queste parole: «Il mio dovere di scrittore non è di scoprire temi nuovi né di inventare niente; debbo ripetere nel dialetto, diciamo così, del mio paese e della mia epoca certe poesie che si sono sempre venute ripetendo, con lievi variazioni che possono o no essere belle».
a cura di Enrico Mitrovich
B* i* r* d* s*
COLLECTIVE EXHIBITION
Invito inaugurazione
sabato 28 aprile
ore 18,00
L'O
Contrà Carpagnon,17
Vicenza
Di Tolmino non si hanno notizie biografiche. Si sa solo che è vissuto a Quarto d’Altino, dov’è morto ultranovantenne e dove ha scolpito uccellini e anatre finché ne ha avuto la forza. Come altri artigiani, forse più conosciuti di lui (Nane Cristo e Lunardon), costruiva gli “stampi” o “sagome” usate come richiami per la caccia. Un’attività di antica tradizione legata prevalentemente alle aree lagunari e definitivamente tramontata con l’arrivo dei materiali plastici.Gli uccellini di Tolmino assomigliano solo in maniera approssimativa alle specie riprodotte. La loro morfologia e i colori del loro piumaggio non corrispondono alla livrea degli originali, per cui in queste sue opere è venuta meno la funzione di richiami.Questa mostra collettiva ha preso le mosse dalle testimonianze scultoree di Tolmino ma, nel contempo, è debitrice agli studi di un critico che ha dedicato una lunga attenzione ai prodotti artistici dell’artigianato popolare, Licisco Magagnato. Molti lo ricorderanno come direttore del Museo Civico di Verona, ma una delle sue attività ‘militanti’ fu anche quella di approfondire e diffondere la conoscenza della ceramica popolare dell’Ottocento.Magagnato si era accorto che alcuni temi iconografici dei piatti popolari veneti erano cari a un gruppo di importanti artisti attivi nell’area lagunare di Venezia, che li rappresentavano con frequenza nei loro dipinti. Scrive infatti Magagnato che è merito loro «se questa fragile produzione si è salvata prima che andasse in cocci; e molta proviene da quell’isola di Burano che, tra il 1910 e il 1930, è stata il centro più attivo della cultura figurativa italiana. Nell’isola dov’erano approdati, Rossi, Moggioli, Semeghini e Garbari scopersero il sapore di queste cose e col loro amore di artisti le inserirono nel circolo culturale del paese».
Ora, in alcune opere dei pittori nominati da Magagnato, oltre alle riproduzioni dei piatti popolari veneti, appaiono anche le “sagome” degli uccelli lagunari, probabilmente con la stessa funzione estetica.
Gli amici che hanno accettato l’invito di partecipare a questa mostra condividono una suggestione comune che Borges in Conversazioni ha espresso con queste parole: «Il mio dovere di scrittore non è di scoprire temi nuovi né di inventare niente; debbo ripetere nel dialetto, diciamo così, del mio paese e della mia epoca certe poesie che si sono sempre venute ripetendo, con lievi variazioni che possono o no essere belle».
It's an honor to be one of artists participating in this special collective exhibition .
A word of special thanks to Enrico Mitrovich and Tino Ghelfi.
Photos of the exhibition can be seen on my facebook page and instagram
JANE MINTER ARTIST
https://www.instagram.com/jane.minter/
A word of special thanks to Enrico Mitrovich and Tino Ghelfi.
Photos of the exhibition can be seen on my facebook page and instagram
JANE MINTER ARTIST
https://www.instagram.com/jane.minter/